mercoledì 15 febbraio 2012

Il miglior amico dell'orso di Arto Paasilinna: avventure di un reverendo matto e del suo orso da compagnia

La storia in breve
A. Passilinna -
Il migliore amico dell'orso
Oskari Huuskonen è un reverendo luterano che vive in un paesino della provincia Finlandese. Per i suoi compaesani è sempre stato un po' eccentrico: le scappatelle con le ragazze del paese, le prediche davvero molto originali ogni domenica (Gesù Cristo era un rivoluzionario comunista), quella moglie con la puzza sotto il naso che insegna svedese...insomma: c'è abbastanza per fare di lui un personaggio notoriamente strambo. Quando compie 50 anni i suoi fedelissimi e affezionatissimi parrocchiani di comune accordo gli regalano un cucciolo di orso: un po' perchè al reverendo piacciono gli animali, un po' perchè l'orso lo ben rappresenta, un po' perchè casualmente c'era un cucciolo d'orso di cui disfarsi.
Il reverendo tutto sommato accoglie l'orsetto in casa di buon grado, e anche la moglie Saara è felicissima: adorna pulire le feci di Satanasso (nomignolo che gli affibia).
I 50 anni portano ad Oskari anche altri regali, come la crisi della fede, la crisi esistenziale (anche se per i compaesani è semplicemente ammattito definitivamente), e anche una buona dose di frustrazione. Ma ci penserà Satanasso a movimentargli la vita, o meglio a salvargli la vita da una routine che a volte può uccidere (sopratutto se vivi in un paesino ai confini del nulla). Tra vescovi rampognosi, lanci di giavellotto in verticale, navi alla deriva, costruzioni di tane invernali, il reverendo e il suo orso vivranno un'avventura dopo l'altra, come non avrebbero e non avremmo mai immaginato.

Un parere
Ho scelto questo libro dallo scaffale -straordinariamente scarno- della letteratura nordica, in biblioteca. Non ho letto la quarta di copertina e non conoscevo l'autore: ho trovato solo il titolo curioso. Conoscevo solo la casa editrice, l'Iperborea, specializzata in questo tipo di letteratura e brava nel suo lavoro. 
Sono rimasta soddisfatta: ho letto una storia che non è assolutamente prevedibile (forse si se si è letto qualche altro libro di Passilinna), umoristica al punto giusto e ricca di scenari da sogno. 
Il personaggio di Oskari è molto buffo. Non è un personaggio dal carattere forte: è un pasticcione, uno sconclusionato, molto appassionato dell'hobby del momento, di ingegno vivacissimo e originale, e fondamentalmente buono. Quando i compaesani gli regalano l'orsetto non si arrabbia, comprende il velato messaggio, ma non recrimina nulla: anzi, si affeziona a Satanasso, si prende totalmente cura di lui, forse fin troppo. La moglie, Saara, ha il ruolo un po' infelice di personaggio antipatico a prescindere: si vede poco di lei, il tutto però in prospettiva del marito che ne combina d'ogni alle spalle della moglie. Ma Saara non è comunque una protagonista, un personaggio introduttivo direi. La grande star della storia è indubbiamente Satanasso. Il libro inizia con lui e non viene mai abbandonato. Le attenzioni verso l'orso si moltiplicano: da parte di Oskari, da parte del paese, da parte di tutti i personaggi incontrati man mano, e anche dall'autore. Infatti per bocca dell'etologa Sonja ci vengono fornite molte informazioni sugli orsi e sulle loro abitudini: cosa mangiano, quando vanno in letargo, la loro intelligenza, come costruire una tana... Ma oltre a questo aspetto "tecnico", Satanasso è proprio un bel personaggio: certo dalla sua parte ha la fortuna di non poter parlare, al di là di questo però è divertente leggere come lo descrive Passilinna. E proprio il modo di raccontare dell'autore rende questo libro così piacevole da leggere. I personaggi sono al limite del grottesco, ma non sfociano mai nel ridicolo, le situazioni assurdamente inverosimili sono raccontate in modo così semplice da non sollevare polemiche razionali... lo humour permea l'intera storia, è in ogni scena: anche la scena iniziale, di per sè tragica, non riusciamo a non leggerla senza un sorrisetto sulle labbra osservando i vari personaggi muoversi.
Inoltre ho trovato bellissime e appaganti le descrizioni dei desolati paesaggi nordici: questi luoghi dove per km non trovi nessuno, dove d'inverno puoi muoverti solo con gli scii, dove la natura è padrona...luoghi dove la solitudine ti spinge a trovare tutto quello che la vita può offrire. L'ambientazione finale è la mia preferita: un luogo in assoluto contatto con la natura, a un passo dal cielo e dal nulla. Sono luoghi che trovo affascinanti.
Consiglierei questo libro a chi ama le storie improbabili, la natura, il nord Europa e i matti che questi luoghi a volte può partorire: un prete spretato e un orso amici per la pelle, perchè no?

Due parole sulla casa editrice e sull'edizione
Il libro è dell'Iperborea, casa editrice specializzata in letteratura nord-europea. Per la maggior parte tratta libri dei paesi scandinavi ( Svezia, Norvegia, Finlandia, Danimarca) e dell'area nederlandese, estone, islandese. Esiste dal 1987 e fino ad oggi ha 3 collane all'attivo: narrativa, saggi di stampo letterario e Ombre (gialli).
I libri devo dire che sono fatti bene: rilegatura a filorefe (aprite pure il libro: le pagine non vi resteranno in mano), copertina morbida ma in carta spessa e ruvida, pagine fatte con carta solida e resistente. Un piccolo investimento letterario: una bella storia e un bel libro. Il formato è particolare: 10x20, quindi un libro stretto e lungo. Scomodo? Affatto. Avendo questo formato particolare si riesce facilmente a individuare i libri Iperborea sia in libreria che in biblioteca, inoltre stanno comodamente in una tasca.

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